Dislessia: cos'è e cosa dice oggi la scienza sui DSA
top of page

Dislessia: cosa ci dice la ricerca finora


dislessia-cosa-dice-la-ricerca

Quanto ne sappiamo, oggi, di dislessia? Vediamo cos’è e cosa non è, quali sono le sue cause, i sintomi principali. E scopriamo anche cosa propone di innovativo la startup torinese Paperbox per indagare i fattori di rischio dislessia già dai 5 anni.


Dislessia, è una parola molto diffusa oggi. Gli studi sulla dislessia sono sempre più numerosi, e ci permettono di saperne sempre di più. Nella vita di tutti i giorni, magari ti è capitato di sentir dire che una persona è dislessica o ha la dislessia. Oppure che ha un DSA, cioè un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.


Cos'è la Dislessia?


La dislessia è un disturbo specifico della lettura - che può manifestarsi anche con difficoltà nella scrittura. Specifico perché riguarda alcune capacità soltanto: in primis, leggere. Chi ha la dislessia, di solito legge (e scrive) lentamente e facendo errori. Quando impariamo a leggere e scrivere, piano piano rendiamo automatici certi processi. Per esempio, impariamo a collegare la lettera b al suono corrispondente, ogni volta che la troviamo scritta. Con la pratica, poi, impariamo a leggere le parole subito per intero. Per chi ha la dislessia, invece, la lettura non diventa mai automatica: ogni volta che legge, è come se stesse imparando a collegare le lettere ai suoni per la primissima volta.

Chi ha la dislessia non ha problemi di vista o di udito, o cognitivi, di scarsa intelligenza. Possono esserci in aggiunta, ma non sono sintomi di dislessia.


La dislessia è uno dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Esistono altri disturbi, e si chiamano disgrafia, disortografia, discalculia. Se vuoi saperne di più, c’è un nostro articolo che ne parla.


La Dislessia NON è una malattia


La dislessia non è una malattia o una patologia. La dislessia è una neuro diversità: “neuro” sta per sistema neurologico, e “diversità” per un diverso modo di sentire, pensare, comunicare. Il che vuol dire, in pratica, che il cervello di chi ha la dislessia è organizzato in modo un po’ diverso. Questo porta a una differenza nello stile con cui un bambino con dislessia affronta il processo di apprendimento.


La dislessia è innata ma si può compensare: è presente fin dalla nascita e per sempre – un po’ come la miopia. Ma come chi è miope compensa con gli occhiali da vista, così chi ha la dislessia compensa con vari mezzi – dai percorsi riabilitativi con specialisti sanitari, a strumenti come le mappe concettuali a scuola.


Dislessia: le cause


Le ricerche più recenti confermano che la dislessia ha un’origine neurobiologica, cioè le reti neuronali coinvolte nei processi di lettura e scrittura funzionano in modo diverso rispetto a chi non ha la dislessia.


Molti studi confermano che la dislessia può avere origine ereditaria e genetica - quindi, possono esserci più casi nella stessa famiglia, ma anche soltanto uno.

Tra i fattori di rischio dislessia, ci possono essere:

  • un deficit di processamento fonologico - dove fonologico è tutto quel che riguarda i fonemi o suoni di una lingua. Per esempio, per chi ha la dislessia è difficile distinguere suoni simili come m e n;

  • un deficit nel sistema di elaborazione visiva della parola, cioè una difficoltà nell’elaborare stimoli visivi. Per esempio, chi ha la dislessia può leggere, invece della parola letto, etto o petto.


Se vuoi conoscere quali sono i sintomi più comuni della dislessia, ne parliamo qui.


Dislessia: un contributo innovativo nel pre-screening


Attualmente, la diagnosi di dislessia viene fatta dai 7 anni in poi, tramite test specifici, ad opera di figure mediche. Dai 7 anni, perché gli attuali test diagnostici sono tarati a partire da quell’età, e perché tali test mirano a identificare o meno la presenza di automatismi di lettura, che mediamente un bambino sviluppa durante il secondo anno della scuola primaria.

Paperbox offre uno strumento concreto, il videogioco DINO, per individuare, già dai 5 anni, segni di possibile difficoltà a imparare a leggere. Il che vuol dire, poi, una presa in carico tempestiva di questa difficoltà – con un risparmio di preoccupazioni, risorse e costi non indifferente.

DINO è uno strumento:

  • con attività ed esercizi divertenti;

  • disponibile in ogni momento e luogo;

  • offerto a costi contenuti;

  • accessibile comodamente da casa, con un click;

  • che dà risultati veloci;

  • ripetibile più volte, per monitorare il bambino nel tempo;

  • pensato per famiglie e scuole, ma anche istituzioni cliniche e professionisti sanitari.

DINO è in fase di sviluppo finale: se vuoi sapere quando sarà pronto, clicca qui.

La famiglia di DINO, Paperbox, sarà felice di accoglierti, e aspettare insieme a te questa simpatica mascotte – e il suo preziosissimo contributo nell’individuare fattori di propensione alla dislessia già dai 5 anni.


Scritto da Verusca Costenaro - verusca.costenaro@gmail.com


50 visualizzazioni
bottom of page